Arrestati il cognato, un agente penitenziario, indagata la moglie
Roma, 29 apr. (askanews) - Accusa di corruzione in concorso con altre tre persone per l'ex sottosegretario e parlamentare di Forza Italia, Nicola Cosentino, dopo una perquisizione avvenuta nel carcere di Secondigliano lo scorso 21 marzo. Cosentino è destinatario di una nuova ordinanza cautelare in carcere emessa dal dip di Napoli, insieme ad altri tre indagati (3 in carcere e 1 con obbligo di dimora nel comune di residenza), per conscorso in corruzione. Secondo l'accusa della Procura di Napoli Cosentino, prima e soprattutto dopo il suo arresto, avrebbe "intrecciato rapporti con agenti del Corpo di polizia penitenziaria tali da permettergli di ottenere trattamenti di favore durante la sua detenzione nel carcere di Secondigliano". L'ordinanza è stata notificata a Cosentino nel carcere di Terni, dove è stato trasferito dopo il ritrovamento, durante la perquisizione a Secondigliano. Gli altri due destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere sono un cognato dell'ex parlamentare, Giuseppe Esposito e un agente di polizia penitenziaria. La moglie Maria Esposito è stata raggiunta da un obbligo di dimora a Caserta. Alcuni agenti della Polizia penitenziaria - secondo la Dda di Napoli - "illecitamente remunerati attraverso somme di denaro o assunzioni di propri parenti" avrebbero fatto pervenire al detenuto Cosentino messaggi di congiunti, beni altre utilità, contravvenendo la normativa carceraria, e cosentendo all'ex uomo politico di "muoversi addirittura liberamente all'interno dell'istituto carcerario durante le ore notturne". Gli incontri monitorati e filmati del cognato di Cosentino e dai carabinieri del nucleo investigativo di Caserta sono trentasei. Uno dei poliziotti penitenziari - sostiene la Dda nell'ipotesi accusatoria - riceveva i documenti ed i beni da far entrare fraudolentamente nell'istituto di pena presso un distributoere di carburanti nel casertano. Ulteriori riscontri investigativi sono emersi da una perquisizione disposta, il 21 marzo di ques'anno, all'interno della cella dell'istituto di pena di Secondigliano nel quale gli investigatori hanno trovato Cosentino in possesso di 30 tipologie di oggetti di cui non è consentito il possesso e di 12 in sovrappiù rispetto a quanto cosnenntioto dal regolamento carcerario. L'agente della polizia penitenziaria, sottoposto a misura cautelare, è risultato in contatto con familiari di altri detenuti affiliati a clan camorristi dell'area napoletana. Red/Nes MAZ
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