Una più attenta organizzazione sanitaria avrebbe probabilmente potuto scongiurare il peggio. Questo è il motivo per cui in merito al caso della piccola Maria Pia, la neonata di Arena (Vv) morta durante il trasferimento dall’ospedale di Vibo Valentia verso quello di Catanzaro, ho presentato un esposto alle procure di Vibo Valentia, Catanzaro, Cosenza, Crotone e Reggio Calabria, partendo dal caso della piccola e ritenendo inadeguata la risposta della rete calabrese dell’assistenza in caso di emergenza neonatale.
di Dalila NESCI
Ecco perché, in merito al caso della piccola Maria Pia, la neonata di Arena (Vv) morta durante il trasferimento dall’ospedale di Vibo Valentia verso quello di Catanzaro, questa mattina ho presentato un dettagliato esposto alle procure di Vibo Valentia, Catanzaro, Cosenza, Crotone e Reggio Calabria, partendo dal caso della piccola e ritenendo inadeguata la risposta della rete calabrese dell’assistenza in caso di emergenza neonatale.
Già nel gennaio scorso, come denunciato dal giornale “Il Corriere della Calabria”, un forte allarme era stato lanciato dai neonatologi Gianfranco Scarpelli, Pasquale Novellino e Antonino Rossi, mai ricevuti dal dipartimento regionale Tutela della Salute, seppure avessero richiesto un incontro urgente.
Qualcuno deve ora risponderne.
Era doveroso che il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, dopo la mia interrogazione parlamentare sul caso inviasse all’ospedale di Vibo Valentia gli ispettori ministeriali per accertare al più presto se era possibile o meno salvare la piccola Maria Pia. Da qui il governo la finisca di scherzare sulla pelle dei calabresi e di utilizzare il piano di rientro dal debito sanitario per foraggiare amici e sodali, senza pensare ai bisogni reali dei cittadini.
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