In precedenti articoli ho descritto come possiamo cambiare, in meglio, molto meglio, la società in cui viviamo, senza aspettare che lo faccia la politica, ma semplicemente cambiando i fornitori. Preso atto infatti che la politica è estremamente lenta, e pesantemente influenzata se non guidata dal potere economico, cosa c’è di meglio di cambiare le cose “dal basso” semplicemente selezionando i fornitori etici per banche, assicurazioni, energia, cibo, che già esistono da molti anni e lavorano tanto efficacemente quanto silenziosamente? In questo caso il passaggio è ancora più secco, poiché si parla di produrre noi stesso il cibo di cui ci alimentiamo. Ovviamente non tutti hanno il tempo, le competenze e il terreno necessario, però possiamo ovviare a questi inconvenienti con la costituzione di una classica e semplice Cooperativa; una cooperativa nella quale la maggior parte dei soci si limita a versare una quota in denaro, che gli dà diritto ad avere una parte del raccolto. Alcuni soci possono occuparsi direttamente della coltivazione, altrimenti questa verrà fatta da dei professionisti esterni, degli agricoltori insomma, pagati con un contratto di collaborazione ma anche volendo di vera e propria dipendenza. Non sto parlando di un sogno, sto parlando di una cooperativa che a Bologna esiste già, e si chiama Arvaia. Attualmente conta 80 soci, per un budget di 55mila euro, quattro contadini assunti come dipendenti part-time, che curano tre ettari di terreno coltivati ad agricoltura biologica. Ora la Cooperativa ha appena vinto il bando del Comune e si è aggiudicata altri 40 ettari, nei quali andrà a coltivare anche cereali, legumi e frutta, segnando un grande aumento di produzione e sicuramente di soci. Prendiamo esempio.