Hanno detto che non si può fare, che non ci sono i soldi, che è un regalo per i fannulloni. Eppure basterebbe fare il giro delle capitali europee per dimostrare che dicono il falso.
Il reddito di cittadinanza c'è in 26 Paesi europei su 28 (ovunque tranne in Italia e Grecia), persino in quegli Stati che hanno un Pil dieci volte più piccolo dell'Italia.
Studiando leggi, articoli e commi si scopre che, per esempio, in Spagna il reddito di cittadinanza è stato inserito nel 2008, in piena crisi economica, e prevede un assegno di 532 euro al mese per chi ha un reddito inferiore ai 5 mila euro annui. Per una famiglia olandese questo assegno arriva a 1.400 euro al mese. In Irlanda e Romania il sussidio è a tempo indeterminato, fino a quando cioè non si trova un lavoro. In Estonia la legge impone al Parlamento nazionale di adeguare tutti gli anni questo sussidio al costo della vita. In Finlandia il bonus raddoppia per le famiglie. In Lituania oltre all'assegno, lo Stato rimborsa anche le spese per il riscaldamento. In Francia chi lo contrae deve sottoscrivere un patto d'onore e cooperare con i servizi sociali. In Danimarca il reddito di cittadinanza è esteso anche agli under 30 che vivono con i loro genitori. In tutti i Paesi chi fa il furbetto, dichiara il falso o lavora in nero viene severamente punito.
In Europa i contenuti delle leggi sono diversi, i requisiti e la durata variano da Paese a Paese, ma il minimo comune denominatore è uno e si chiama reddito di cittadinanza.
La crisi economica ha creato un oceano di disperazione. In Italia con i Tremonti e Monti bond la politica ha salvato le banche, regalando ai finanzieri scudi contro le armi che loro stessi avevano creato. I cittadini sono stati lasciati soli.
In Europa gli esodati non esistono perché avrebbero il reddito di cittadinanza.
In Europa i padri separati non dormono nelle automobili perché avrebbero il reddito di cittadinanza.
In Europa i bamboccioni non esistono perché, grazie al reddito di cittadinanza, possono fare la spesa senza la paghetta della mamma.
In Europa i disoccupati non si suicidano, perché dopo il sussidio di disoccupazione c'è il reddito di cittadinanza.
I laureati mandano migliaia di curriculum per trovare il loro primo impiego? Nell'attesa di una risposta in Europa hanno il reddito di cittadinanza.
L'ITALIA E' FUORI DALL'EUROPA!
Lo dimostrano le parole del Commissario europeo agli Affari Sociali Marianne Thyssen che, incalzata dalla portavoce del Movimento 5 Stelle Europa Laura Agea, ha dichiarato: "nel XXI secolo ogni cittadino europeo deve avere la possibilità di vivere attraverso un reddito di cittadinanza. Chi non riesce ad avere un lavoro deve essere aiutato e protetto, purtroppo però in Europa non abbiamo tutte le competenze ma possiamo stimolare gli Stati attraverso specifiche raccomandazioni".
Il Movimento 5 Stelle è andato oltre queste belle intenzioni e ha messo nero su bianco queste parole presentando, grazie al lavoro di Laura Agea, emendamenti specifici alla relazione sul semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche, aspetti occupazionali 2015. La battaglia è quella di costringere l'Europa a fare pressione sugli Stati membri affinché introducano il reddito di cittadinanza, così da ridurre le diseguaglianze sociali.
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Tutti devono sapere cosa succede in Europa.
Tutti devono denunciare il colpevole silenzio del governo italiano sul reddito di cittadinanza.
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