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Blog » 2015 » Marzo » 31 » Spagna. 28 arresti nei Centri Sociali dopo approvazione leggi repressive
18:30
Spagna. 28 arresti nei Centri Sociali dopo approvazione leggi repressive

La polizia spagnola ha effettuato dei raid nei centri sociali di Madrid, Barcellona, ​​Valencia e Granada. Pochi giorni fa il Parlamento spagnolo ha approvato tre leggi repressive - la riforma del codice penale, la legge sulla sicurezza pubblica o Ley Mordaza e la nuova legge anti terrorimso - che i difensori dei diritti umani sostengono essere una vendetta contro i movimenti sociali che sono emersi dopo il 15M.
 
I rapporti finora indicano che 28 persone sono state arrestate nel corso dell'Operacion Piñata. Secondo la polizia, 14 dei detenuti fanno parte del cosiddetto Grupos Anarquistas Coordinados e sono accusati di appartenenza a un'organizzazione terroristica.
 
Secondo il Ministero degli Interni spagnolo, 14 persone arrestate oggi sono accusate di "appartenenza a un'organizzazione criminale con finalità di terrorismo e reati di sabotaggio e piazzamento di ordigni esplosivi o incendiari."
 
Publico.es ha riferito che altre 14 persone sono state arrestate per resistenza all'arresto portando il totale dei detenuti a 28.  

In base alla nuova legge sulla sicurezza dei cittadini o Ley MORDAZA (legge bavaglio), come i difensori dei diritti umani l'hanno ribattezzata, proteste pubbliche, libertà di parola e di stampa e documentare gli abusi della polizia diventeranno reati puniti con pesanti multe.

Le riforme al Código Penal includono alcune formulazione vaghe e controverse che potrebbe avere implicazioni più ampie che coinvolgono il copyright e il cyberattivismo.

 
Dopo gli attacchi Charlie Hebdo in Francia, il Partido Popular e PSOE hanno raggiunto un accordo di modifica del codice penale in materia di terrorismo che è stato anche approvato ieri in Congresso. Anche questa legge contiene delle formulazioni vaghe che lascia spazio alle interpretazioni.
 
La nuova legge utilizza una definizione ampia di "terrorismo": Tra le altre cose, la criminalità informatica è ormai considerata un atto terroristico se l'obiettivo è quello di interrompere e / o disturbare la quiete pubblica o causare uno stato di terrore. Ad esempio, un attacco su un sito web del Ministero sarà ora un attacco terroristico. 

Visualizzare "in modo abituale" pagine web con contenuti mirati o considerati come "adatti per i terroristi" può portare ad una pena dai due ai cinque anni di carcere, ma la legge non specifica che cosa è "abituale", o quali sono i siti incriminati 
 
Ampliando la definizione di terrorismo, si espande anche ciò che può essere considerato "glorificazione del terrorismo", che può includere, ad esempio tweettare determinati contenuti. 

 

http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=11&pg=11103

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