Un piccolo passo per l'azienda, un grande passo verso la sua privatizzazione. I fatti parlano chiaro, e non dicono nulla di buono.
Il ministero dell'Economia, azionista unico di Enav, ha convocato l'assemblea dei soci per deliberare una riduzione di capitale sociale di 180 milioni di euro (con la scusa della riduzione del debito pubblico) contestualmente ha autorizzato la Società a ripianare il buco emettendo un prestito obbligazionario di importo equivalente.
Perché hanno fatto questa operazione delle tre carte? Semplice! Per consentire alla Società di emettere Bond così da permettere a sua volta ai manager di svincolarsi (in quanto società attiva in borsa) dal limite imposto dalla legge alle retribuzioni massime dei dirigenti pubblici. Questo spiega perchè il Governo (Ministero dell'Economia) ancora non ha nominato i nuovi vertici di Enav: semplicemente perché si attende il lancio in borsa della Società e consentire così ai nominati di godere delle laute retribuzioni previste per i manager delle società quotate. Altro che spending review! Si prendono 180 milioni di euro da una società sana per costringerla ad indebitarsi sul mercato solo perché si deve consentire ai dirigenti di derogare alla normativa sul tetto delle retribuzioni pubbliche.
Insomma se fosse assunto oggi l'ad potrebbe guadagnare non più di 190 mila euro l'anno (poverino). Meglio aspettare, tanto si tratta di pochi mesi: il prestito obbligazionario dovrebbe essere lanciato tra maggio e giugno. A fine maggio dovrebbe tenersi l'assemblea Enav per l'approvazione del bilancio, che contestualmente potrebbe procedere anche alle nomine.
M5S Senato