I carabinieri del Nucleo tutela patrimonio artistico di Monza hanno sequestrato oltre 20 mila libri antichi appartenenti all'ex senatore di Forza Italia, Marcello Dell'Utri. L'operazione si è svolta nell'ambito dell'indagine coordinata dal pm di Milano, Luigi Luzi, nata dalla vicenda del saccheggio della Biblioteca dei Girolamini di Napoli, dalla quale furono sottratti migliaia di libri di valore inestimabile, nessuno dei quali ritrovati tra quelli sequestrati. Parte dei volumi recuperati fanno parte della biblioteca della stessa Fondazione Dell'Utri, attualmente chiusa, ma la maggior parte erano in deposito presso un magazzino di via Piranesi.
I 20 mila libri antichi di Dell'Utri: da dove vengono?
I carabinieri stanno ora indagando per ricostruire il percorso che ha portato i 20 mila libri rari, datati tra il XV e il XIX secolo, nella disponibilità dell'ex manager di Publitalia. Alcuni dei volumi sequestrati provengono, infatti, secondo le dichiarazioni degli investigatori, 'da biblioteche pubbliche ed ecclesiastiche in tutta Italia', dalle quali sono state trafugate in epoche diverse e con modalità ancora da accertare. Una circostanza che ha portato alla formulazione, a carico dell'ex senatore bibliofilo, dell'accusa di collocazione e rimozione illecita di opere d'arte, oltre che di ricettazione ed esportazione illecita all'estero di opere d'arte. Alcuni milioni di euro, secondo le prime stime, il valore del sequestro.
La passione di Dell'Utri per i libri antichi.
Quella di Marcello Dell'Utri per i libri antichi è una passione conosciuta che lo già ha portato, nel tempo, al centro di vicende poco chiare, come quella dei diari di Mussolini, dei quali diceva di essere entrato in possesso, ma che risultarono essere, secondo le analisi di molti storici, un clamoroso falso. Più recentemente, sostenne di essere stato avvicinato da un misterioso personaggio che gli propose l'acquisto del capitolo mancante dell'opera 'Petrolio', di Pier Paolo Pasolini, andata perduta dopo la tragica scomparsa dell'autore.
Una passione che rischia di costare cara all'ex manager, a meno che non riesca a fornire spiegazioni plausibili sulla provenienza dei libri sequestrati, 3 mila dei quali facevano parte della sua biblioteca privata.