Giovedi, 05 Dic 2024, 03:15
Welcome Guest | RSS
 
Home DMCA Copyright Disclaimer BlogIscrivitiLog InSupport Ticket
Blog » 2015 » Marzo » 27 » l'industria della vivisezione prospera sui propri fallimenti
23:49
l'industria della vivisezione prospera sui propri fallimenti

[…] A proposito degli ultimi 50 anni: nonostante fosse dimostrato (epidemiologicamente, ma non sugli animali) almeno a partire dal 1954 (per dettagli si veda [8]) che il fumo è cancerogeno, la proibizione del fumo in tutti i locali pubblici in Italia è entrata in vigore solo nel 2005 [4]. Gli impedimenti all'applicazione sanitaria di genuine, importanti scoperte mediche sono spesso di un tipo che non può essere eliminato col “dare più fondi alla ricerca”. I cittadini farebbero bene a non fidarsi del paternalismo degli esperti, soprattutto di quelli che sostanzialmente si sono trasformati in politici, e a prendersi carico della tutela della propria salute a livello individuale e collettivo, anche partecipando a valutare le finalità e i metodi della ricerca nei laboratori e altrove.

5. L'altro argomento che in questo tipo di polemiche riemerge puntualmente e inesorabilmente è quello che vorrebbe difendere la vivisezione in nome della “libertà di ricerca”. La “libertà di ricerca”, che è cosa diversa dalla libertà di opinione, non mi risulta sia mai stata riconosciuta in nessuna carta costituzionale, per ragioni che un po' di riflessione renderebbe presto evidenti a chiunque. D'altra parte non si sa se piangere o ridere a sentir parlare di tale presunta libertà in un paese in cui importanti ricerche di storia e sociologia politica del 20° e 21° secolo sono state regolarmente ostacolate dalla segretazione o addirittura distruzione di documenti cruciali; e in un mondo in cui personaggi come Bradley Manning, Julian Assange e Edward Snowden, che dovrebbero essere idolatrati da chiunque credesse veramente nella “libertà di ricerca”, sono invece trattati come criminali efferati dal governo degli Stati Uniti, con la volenterosa complicità del nostro e di altri governi, e nel totale silenzio dei sedicenti difensori della suddetta libertà.
A meno che, quando si parla di “ricerca” o “ricerca scientifica”, non si intenda soltanto quella biomedica: un'accezione di comodo per la quale è impossibile trovare una giustificazione coerente.
Per parte mia, ritengo anzi che una maggiore libertà di ricerca storiografica (compresa la storia degli ultimi 50 anni, ovviamente) potrebbe avere sull'intera società effetti benefici di gran lunga superiori a quelli che si possono ragionevolmente sperare dalle ricerche condotte nei laboratori biomedici.

6. Venendo poi al merito della questione vivisezionista, la mia posizione è che, anche a prescindere dalle importanti considerazioni collegate al rispetto dovuto agli animali, la vivisezione è metodologicamente una causa persa. È cioè impossibile dire a favore della vivisezione, nel senso fondamentale della modellizzazione delle problematiche mediche umane su altri animali, cose sensate e veritiere che convincano chi non vi abbia un interesse carrieristico o economico, diretto o indiretto. Ci sono autorevolissimi studi che dimostrano, ovviamente per chiunque sia disposto ad arrendersi all'evidenza, che il potenziale predittivo della sperimentazione animale è poco diverso da quello che ci si può aspettare dal caso, e anche il potenziale euristico (se si pensa non in generale a un vago “progresso della conoscenza”, ma alle possibili applicazioni cliniche) è pressoché inesistente.
Avendo fornito numerosi riferimenti a prova di questi enunciati in articoli precedenti [8-13], qui mi limiterò a due sole citazioni recenti.
Uno dei più acuti analisti della letteratura medica contemporanea, John Ioannidis, ha scritto in un articolo apparso nel settembre 2012 che «it is nearly impossible to rely on most animal data to predict whether or not an intervention will have a favorable clinical benefit–risk ratio in human subjects» [7]. Ecco una traduzione letterale:
«è quasi impossibile fare affidamento sulla maggior parte dei dati ottenuti su animali per predire se un certo intervento avrà o no un rapporto favorevole benefici-rischi a livello clinico in soggetti umani».
Per capire il significato e l'importanza di questa affermazione bisogna ricordare che i fautori della vivisezione non dicono che “forse/in teoria/in un lontano futuro”, la loro metodica potrebbe fornire essenziali garanzie alla medicina. No, sono più di due secoli che dicono che già lo fa. Alla luce della citazione (e di tante altre analisi che puntano nella medesima direzione) penso dunque che si possa considerare legittima la classificazione di questi autori, secondo la felice espressione di Ruesch, come «falsari della scienza» – o, più caritatevolmente, propagandisti con finalità extrascientifiche.
L'università dove Ioannidis lavora si è affrettata a cercare di neutralizzare il colpo andandolo a intervistare e intitolando l'intervista così: “Studi su animali: necessari ma spesso difettosi, dice Ioannidis di Stanford” [3].
Ioannidis all'intervistatore ha rilasciato una dichiarazione riassuntiva, in cui conferma che
«l'evidenza preclinica su animali correntemente pubblicata sembra avere una concordanza molto limitata con quello che vediamo negli umani. Quasi tutto sembra funzionare sugli animali, e poi quasi niente funziona sugli umani».

Ioannidis è un riformatore e non un rivoluzionario, e premette che secondo lui «la ricerca su animali è estremamente importante [N.B.: non dice “necessaria”], e in teoria può offrire preziose intuizioni precliniche». Secondo me, invece, il fatto che uno studioso intelligente come Ioannidis debba dire che qualcosa che sta in giro da secoli è estremamente importante per ciò che in teoria può offrire (e forse per altre ragioni che però non sono specificate), fornisce a sua volta «preziose intuizioni» sulla struttura del mondo accademico e della comunità biomedica.

Se ho citato Ioannidis è non solo perché è a mio parere uno dei pochi autori di fama che si occupino con competenza dei problemi reali della ricerca biomedica, e non solo perché sicuramente non è un animalista (il che rafforza, non diminuisce, il valore delle sue conclusioni scettiche, contrariamente a ciò che pensano certi scrittori della domenica). L'ho citato anche perché è stato invitato a tenere una lezione magistrale all'istituto Mario Negri di Milano il 6 luglio 2012. È un bel riconoscimento. Chissà se abbia incontrato Garattini, e se sì che cosa si sono detti.

7. La mia seconda e ultima citazione è tratta da un articolo molto recente [6] di un notissimo e autorevole esperto della questione del valore della sperimentazione animale, Thomas Hartung. È una delle sue principali considerazioni, che fa da titolo a una sezione: «Se gli animali facessero gli indovini dell'efficacia dei farmaci, non farebbero un sacco di soldi...» («If animals were fortune tellers of drug efficacy, they would not make a lot of money...»).
La frase ha una forma umoristica, basata sul fatto che tutti sappiamo che gli animali, poveretti, non giocano affatto a fare gli indovini, e sicuramente non ci guadagnano nulla in nessun caso. I veri indovini in questione sono i vivisettori.
Ma ecco che se si sostituisce il vero soggetto, la frase non funziona più: perché l'industria della vivisezione prospera sui propri fallimenti. E questo davvero non fa ridere.
Chi guarda alla questione in una prospettiva storica sufficientemente ampia trova molte analogie nel passato. La storia della medicina è piena di pratiche inefficaci e metodiche inconcludenti che nondimeno hanno fornito per secoli i mezzi per un'esistenza più o meno agiata a interi ordini professionali.
Non è che tutti ci credessero, ovviamente. Adattando un detto attribuito a Catone al caso della vivisezione, direi che c'è da meravigliarsi che un vivisettore non scoppi a ridere quando gli capita di incontrarne un altro. E infatti, «quante cose che costoro predicono si avverano? E se qualcuna si avvera, che ragione c'è di ritenere che non sia per un caso?». Oggi abbiamo dati e analisi sempre più precisi che confermano le peggiori risposte a entrambe le domande.

Leggi tutto: http://www.hansruesch.net/articoli/Sarzana.html

Riferimenti

1. ANSA 2007: “Rifiuti: Bersani, grave Ordine Medici Emilia su inceneritori”, 4 ottobre, www.beppegrillo.it/immagini/Comunicato_Bersani.pdf
2. Chierici A., Mamone Capria M. 2012: “Rapporto sull’ostruzionismo dell’università italiana alla legge sull'obiezione di coscienza alla vivisezione”, www.hansruesch.net/articoli/ObiezioneCoscienza.pdf
3. Conger K. 2012: “Animal studies: necessary but often flawed, says Stanford’s Ioannidis”, Scope, Stanford Medicine, http://scopeblog.stanford.edu/…/animal-studies-necessary-…/…
4. Corbi M. 2013: “Dieci anni senza fumo, così la legge Sirchia ha cambiato l’Italia”, LaStampa.it, 13 gennaio, www.lastampa.it/…/dieci-anni-senza-fumo-cosi-la…/pagina.html
5. Garattini S. : “Ricerca scientifica e società”, Negri News, s.i.d.www.progettogaia.it/diritti…/vivisezione/vivisez01.htm
6. Hartung T. 2013: “Look Back in Anger – What Clinical Studies Tell Us About Preclinical Work”, Altex, 30, pp. 275-91.
7. Ioannidis J. P. A. 2012: “Extrapolating from Animals to Humans”, Science Translational Medicine, vol. 4, n. 151.
8. Mamone Capria M. 2003: “Pseudoscienza nella scienza biomedica contemporanea: il caso della vivisezione”, Biologi Italiani, giugno 2003, 33(6), pp. 10-27, www.dmi.unipg.it/mamone/sems/bigi03.pdf
9. Mamone Capria M. 2007: “On ‘concordance’ and ‘discordance’” (commento sul forum della rivista) www.bmj.com/cgi/eletters/334/7586/197#153613
10. Mamone Capria M. 2009: “On the new European Directive on vivisection: a dangerous and cruel pseudoscience enforced against the will of the European citizens”, Fondazione Hans Ruesch, www.hansruesch.net/articoli/euro_dir.pdf
11. Mamone Capria M. 2011: “Una recente polemica sulla scienza, ovvero: da che parte sta la scienza?”, Fondazione Hans Ruesch, www.hansruesch.net/articoli/rep_remuzzi.pdf
12. Mamone Capria M. 2012: “Difendere la vivisezione come `ricerca di base'”, Fondazione Hans Ruesch, www.hansruesch.net/articoli/RicercaDiBase.pdf
13. Mamone Capria M. 2013: “Animalismo, vivisezione, elezioni”, Fondazione Hans Ruesch, www.hansruesch.net/articoli/ani-viv-ele.pdf
14. M5S 2013: “Garattini al Festival della Mente, la posizione del MoVimento 5 Stelle Sarzana”, La Spezia Oggi, 18 agosto, www.laspeziaoggi.it/…/garattini-al-festival-della-mente-la…/
15. Patterson C. 2002: Eternal Treblinka – Our Treatment of Animals and the Holocaust, New York, Lantern Books.
16. Serra E. 2013:Gli animalisti boicottano il convegno con Garattini. «Antidemocratici», Corriere della Sera, 22 agosto, www.corriere.it/…/animalisti-boicottano-convegno-garattini_…
17. StopVivisection, www.stopvivisection.eu
18. Taverna P. 2013: “Chi sono le vere bestie?”, www.youtube.com/watch?v=B_dpf6O8z0Y
19. www.scribd.com/…/99…/Invito-a-Incontro-Con-Il-Prof-Ioannidis

___* ___

Vedi anche dal British Medical Journal:
How predictive and productive is animal research?
BMJ 2014; 348 doi: http://dx.doi.org/10.1136/bmj.g3719 (Published 5 June 2014)

Views: 917 | Added by: simjareug | Rating: 5.0/1
Numero Commenti: 0
avatar
The Freedom Movement © 2013-2024
Free web hostinguCoz