In questi giorni alla Camera è in discussione il DEF, il Documento di Economia e Finanza del Governo Renzi, ovvero il principale strumento con cui si programma l’economia e la finanza pubblica.
Di interesse della mia commissione c’è l’importantissimo allegato “infrastrutture”.
Il programma delle infrastrutture strategiche (pis) questo anno identifica un GRUPPO DI 25 OPERE PRIORITARIE, per un costo totale di 70.9 miliardi di euro, con una copertura finanziaria di 48 miliardi (67.7%).
Per quanto riguarda il trasporto ferroviario, sono queste le opere strategie inserite (in rosso le infrastrutture che il M5S ritiene inutili):
Interessante notare la ripartizione in percentuale tra le varie opere:
Ed infine un raffronto tra i costi delle opere e le effettive disponibilità attuali:
All’interno del DEF si evidenziano, senza che vengano prese adeguate misure e stanziate necessarie risorse per farvi fronte, numerose criticità quali: diffuse limitazioni per il trasporto merci con particolare riferimento ai valichi alpini e al Mezzogiorno; quota del trasporto ferroviario delle merci sensibilmente inferiore rispetto alla media europea; costi eccessivi di manovra nel terminali intermodali; la percentuale, inferiore rispetto alla media europea, di linee a doppio binario; significative differenze nella qualità dell’infrastruttura ferroviaria tra le diverse macro aree del paese. In riferimento a questi ultimi due aspetti, nelle regioni più sviluppate sono collocate il 76% delle linee a doppio binario ed elettrificate, a fronte di un 27% nelle regioni meno sviluppate. Relativamente al trasporto ferroviario delle merci emerge dunque come questo sia minoritario ed in calo rispetto ai trend europei, sensibilmente più elevati.
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