Lo schema è sempre lo stesso: prima partono gli annunci a reti unificate e poi, silenziosamente, arrivano le marce indietro.
Questa volta il presidente del Consiglio si è rimangiato la parola rottamando lo stop al finanziamento pubblico all'editoria. Con una piccola, apparentemente innocua, nota aggiunta alla legge delega per la riforma del codice degli appalti, appena approvata al Senato, i quotidiani cartacei continueranno a ricevere fondi per pubblicare bandi e avvisi pubblici.
Tutto il contrario di quanto l'inquilino di palazzo Chigi aveva giurato più di un anno fa, annunciando che, a partire dal primo gennaio 2016, i bandi di gara sarebbero stati pubblicati solo in Gazzetta Ufficiale e sui siti web delle amministrazioni appaltanti.
Una proposta, quella ventilata, che ricalcava (o copiava) quanto noi avevamo già messo nero s
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